Cessione del quinto: come funziona il rinnovo

La cessione del quinto rappresenta un tipo di finanziamento molto vantaggioso che prevede la trattenuta diretta sullo stipendio o sulla pensione ed è rimborsabile in un periodo che può arrivare fino a 10 anni, con una rata che non può superare il quinto del reddito percepito (da cui il nome). 

Banche e finanziarie sono più propense a concedere prestiti di questo tipo anche a clienti che non vantano una storia creditizia perfetta, proprio in virtù delle garanzie reddituali presentate, decisamente solide.

Negli ultimi anni la cessione del quinto ha registrato un vero e proprio boom di richieste: secondo i dati Assofin, nel corso del 2016, vi è stato un aumento delle erogazioni con cessione del quinto pari al 7,3%, per un totale di 5,22 miliardi di euro e quasi 384 mila operazioni.
Sempre stando all’analisi menzionata, la domanda si attesta su importi più elevati rispetto ad altre tipologie di prestito, in media 12.127 euro. 

La cessione del quinto, come dicevamo, presenta un iter per l’erogazione abbastanza snello e può essere rinnovata. Chi sceglie questo finanziamento spesso non sa che esiste questa possibilità, secondo quanto previsto dalla legge: è una procedura effettuabile quando si ha interesse ad accendere un nuovo finanziamento sulla base del vecchio non ancora estinto. 

In questi casi si rinnova il finanziamento, prima della scadenza prefissata, estinguendo il vecchio debito ed accendendone uno nuovo.

Si tratta di una soluzione piuttosto vantaggiosa per il richiedente, che può così allontanare la scadenza del prestito, con un importo rateale immutato o quasi.

La dinamica del rinnovo della cessione del quinto è consigliata per piccole somme di denaro, andando a cancellare il vecchio debito residuo, con l’accollo della sola parte rimanente, in vista del saldo finale.

In particolare, facendo riferimento all’art. 39 della Legge 180 del 1950 è possibile rinegoziare a condizioni specifiche, a seconda della durata iniziamente stabilita per il prestito.

Se si ha un contratto con durata 120 mesi (10 anni), il rinnovo sarà disponibile dal quarantottesimo mese (dopo 4 anni).

Per i prestiti con durata iniziale uguale o inferiore ai 5 anni, 60 mesi, è possibile rinnovare il quinto anche prima di aver saldato il 40% del debito, a patto ci sia un rinnovo cessione del quinto di durata decennale.

La normativa in materia è stata aggiornata dalle disposizioni della Legge n. 311 del 30 dicembre 2004 (Legge Finanziaria 2005) che a suo tempo ha consentito l'accesso a questo strumento finanziario ai dipendenti delle aziende private, abolendo il monopolio dell'I.N.P.D.A.P. nell'emissione delle coperture assicurative sul rischio impiego e sul rischio vita per i dipendenti statali.

Successivamente, con la Legge n. 80 del 14 maggio 2005 è stata ampliata la flessibilità in merito alla durata del finanziamento, autorizzando tutte le durate intermedie tra 24 e 120 mesi, ed abolita l'anzianità minima di servizio; sono state autorizzate le cessioni anche ai pensionati pubblici e privati, tutelandone il trattamento pensionistico minimo.

Possono rinnovare la cessione del quinto tutti i dipendenti pubblici, statali o privati, oltre ai pensionati.

Se si decide di rinnovare il finanziamento, occorre valutare attentamente la convenienza economica: non tutti i costi legati al prestito rientrano nel conteggio estintivo, per cui bisogna verificare interessi, spese di istruttoria e di intermediazione.

Vi è poi un ulteriore costo legato alla rinegoziazione della cessione del quinto, relativo alla polizza assicurativa, obbligatoria per questa tipologia di finanziamenti.

pubblicato il 20/12/2017

A cura di: Alessia De Falco

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